Si torna a discutere in Sicilia sulla preferenza di genere. L’Udc punta ad abrogare la norma, le associazioni insorgono. Cosa penso
Stamattina ho trovato questa notizia in rete. In poche parole, un Onorevole dell’ Udc siciliano ha richiesto che venisse abrogata la famosa e tanto reclamizzata legge che consente ai cittadini di poter votare segnando due preferenze in unica scheda, ma solo nel caso in cui, una delle due espresse, sia data ad una donna. Ovviamente si è scatenato un putiferio; associazioni e sigle di qualunque estrazione si sono mosse per fare scudo contro l’iniziativa del parlamentare e probabilmente riusciranno anche nell’intento di fermarla.
Onestamente sono convinto che le donne non abbiano bisogno di una preferenza di genere per essere elette. Sono in gamba, intelligenti e capaci da non dover necessitare di espedienti normativi per arrivare all’elezione. Ma questo è il paese del politicamente corretto, dove per affermare un principio di equità si interpreta il diritto di partecipazione.
E’ una norma che non mi è mai piaciuta e che abolirei. Il compito di partecipare al dibattito, alle liste, al governo, deve essere delle donne, senza che una legge stupida lo imponga.
Diversa invece è l’autonomia dei partiti che possono dotarsi di tutti gli strumenti interni utili a regolare la democrazia e la rappresentanza del proprio partito. La selezione va lasciata a loro, senza la necessità di un intervento normativo a far da “schermo”.
Penso che non ci sia neppure da discutere, ancora, su questo. Roma, Torino, lo stesso Governo Renzi, hanno una rappresentanza significativa, senza che nessuna legge sia intervenuta a “finta tutela” della categoria.
Adesso, attaccatemi pure.