Vittorio Sgarbi ci tiene proprio “a prenderci per il culo”. Ed io lo capisco.
La sua candidatura, ennesima, resta un modo simpatico per far parlare di sé e occupare i giornali con le sue sparate. I giornalisti ed i quotidiani ringraziano.
Uomo di televisione, cultura, arte, politica, e tanto altro ancora, Vittorio Sgarbi è sempre al centro della scena, qualsiasi cosa faccia.
Capiamoci: io lo amo. E’ un personaggio di cui l’Italia non può fare a meno. Un vero adone della notizia, anzi erotico, citandolo, praticamente come le colonnine di destra dei quotidiani: tu cerchi la notizia, ma alla fine la buttano sempre sui culi.
Ed io lo amo, ripeto, perché quest’Italia cialtrona, senza un Vittorio Sgarbi, dovrebbe sostituire l’ ironia con altre cazzate, tipo quelle di Salvini. Matteo della Lega, che non ne fa una questione di satira, ma di programma e questo alla fine della fiera, appunto, diventa un problema, non uno spasso. Al contrario di Vittorio.
“La politica è eros. E non mi venite a sostenere che è attraente ed erotico Armao: mi dicono che abbia delle splendide giarrettiere inglesi… oppure Lagalla… Vi sembra erotico Musumeci? Micari è erotico come un baccalà. Fava invece non è male: ha un suo erotismo drammatico” (fonte Repubblica Palermo).
E’ cominciata così la nuova campagna, stampa, di Sgarbi e del suo MIR (Moderati in Rivoluzione) alla ricerca di un “Rinascimento Siciliano”. Due battute, messe là, come esca appunto, per mettere in chiaro le cose, soprattutto una: sono pronto a buttarla in caciara! Alla ricerca di voti, sicuramente. Alla ricerca di visibilità, immancabilmente.
Un classico.
E devo dirvi la verità, il piattume che si prospettava per questa tornata elettorale era assai evidente; Con Crocetta fuori dai giochi, Fava e Musumeci che si scambiano amorevolmente mazzi di fiori e con i Cinque Stelle impegnati a tradurre i discorsi di Cancelleri, si rischiava la noia.
E per non farci annoiare, il nuovo risorgimento di matrice sgarbiana, ha già messo sul piatto nomine assessoriali di livello, artistico, quali il cantante Morgan o del comico e presentatore tv Piero Chiambretti per non parlare delle più “anti-sistema” Mori-Contrada o di quelle “gay friendly” come Wladimir Luxuria.
Insomma, il tentativo, tedioso, è di entrare “in competizione” a gamba tesa, nonostante sia una battaglia già persa in partenza. Lo sanno tutti. Pure Sgarbi, che si da già al 4%.
Ma con simpatia.
Una pratica che usò pure a Salemi (Tp) quando ne divenne Sindaco; chiamò ancora Morgan, appena epurato dalla Rai, Alessandro Cecchi Paone che sostituì in corsa un altro famoso, Oliviero Toscani e tanti altri ancora.
Un sistema che non va premiato certo per originalità, diciamocelo (pure io voglio fare richiami a personaggi famosi). E non solo per via di Sgarbi.
Più recentemente infatti sono ancora fresche le fallite “nomination” del primo Crocetta in Regione (Battiato-Zichichi), di cui Sgrarbi era grande sodale ai tempi di Salemi o di Virginia Raggi che ci provò a Roma con il rugbista Andrea Lo Cicero. Un utilizzo del “political-show” all’ americana, l’attore Reagan fu addirittura Presidente o per andare un po’ indietro nel tempo, alla romana, Caligola, un’altro “matto di successo”, che nacque un po’ prima di Vittorio e che nominò al suo fianco un cavallo.
In Italia comunque, giusto per riassaporarne il gusto, furono storiche e di berlusconiana memoria le elezioni ottenute da Iva Zanicchi in Europa e a Palermo, su tutti, Totò Schillaci al Consiglio Comunale.
Un altro Totò di Sicilia (se vi sfugge la citazione leggete qui); Eh sì, perché sul “rinascimento show” c’è finito pure lui, Totò, però Cuffaro. L’eroe dei due torti.
Già, perché un’altra delle risposte che Totò Cuffaro ha dato sulle elezioni di novembre é stata proprio la candidatura di Vittorio: “farei voto disgiunto”. Totò che parlò, pur avendo un grande amico in corsa, l’ex Rettore e suo ex Assessore in giunta, Roberto Lagalla che viaggia, dopo l’ennesimo tentativo di candidatura fallito, al fianco di Musumeci.
E se di sicuro non è per un fatto esclusivamente politico, l’ex Presidente risulta sodale a Sgarbi per ciò che lo stesso critico d’arte pensa della sentenza che lo portò in prigione: “vittima della magistratura”, come Contrada e Mori, già citati. Una solidarietà che Totò, a mio avviso, ironicamente, ha deciso di contraccambiare con un endorsment, “fasano”, ribadisco sempre a mio avviso, elettorale.
E se di Cuffaro tutti sappiamo, nel curriculum dell’eccentrico critico, ci sono decine di “querelle” legali contro le toghe e non solo. Per citare la più famosa, una condanna per diffamazione che subì in favore del pool di Mani Pulite per una dichiarazione del 1994 a “Sgarbi quotidiani”. Ma questo non è il nostro campo.
E tra le cose che meno, forse, ci ricordiamo, c’è un’altra esperienza siciliana e risorgimentale, anzi rivoluzionaria, di Sgarbi. Nel 2012 infatti, provò a diventare di Sindaco di Cefalù; dopo due sentenze che lo videro perdere (ancora i magistrati, sic!), in virtù dell’art. 143 del D. Lgs. n. 267/2000 che prevede l’incandidabilità al primo turno elettorale utile per gli amministratori di enti sciolti per infiltrazioni mafiose (fonte Wikipedia), finì così l’avventura di Salemi (Tp), riuscì comunque ad arrivare al voto del 6 e 7 maggio, non ho ben chiaro come, piazzandosi però al terzo posto tra i vari candidati con il 16,8% dei voti.
Ma se in Sicilia i tentativi politici, con questo, al momento, si fermano a tre, è su tutto il territorio nazionale che Vittorio ha collezionato incarichi e frequentazioni che a citarli tutti ci vorrebbe un mese. Uno sforzo che lascio alla vostra curiosità, ma che voglio rendervi più succulento dicendovi che esiste una lista, di partiti e incarichi, da far invidia a Ferrandelli, che però è ancora “giovane”. Ma se posso “spoilerarvi” qualcosa, alcuni passaggi resteranno per sempre inarrivabili: tipo il Partito Monarchico o le candidature simultanee, cioè nella stessa competizione ma su comuni diversi, con il PCI e il PSI del 1990 . Chissà!
Buon divertimento, rivoluzionario, anzi rinascimentale.