Ho capito che nella mia vita ho uno scopo, un nuovo hobby: rovinare le foto ai giapponesi e agli asiatici in generale. Più che uno svago una vera e propria missione.
Mi vendicherò di anni, anzi, decenni, di foto da buttare. Disturbate, rovinate, inservibili, soprattutto ai tempi dell’analogico, quando una foto era per sempre.
Danni, irreparabili, riprese di volti contriti, impegnati ad inseguire panni stesi e piccioni che “scagazzano” balconi. Momenti di luci, angoli e scorci, ricercati per ore e poi inquinati da sorrisi dorati, pettinature che Orlando ne sarebbe fiero.
Immagini colorate saturate da un vestiario improponibile. Loro, giapponesi che fotografano il mondo. Ho più foto di asiatici che si inchinano, che di fidanzate che si mostrano. E allora ne farò un mestiere, una professione al pari del controllo dei cantieri a braccia conserte dietro la schiena.
Ovunque scatteranno, io ci sarò.
E’ una promessa.