In treno ho provato sulla mia pelle, anzi sul mio naso, che l’essere umano può arrivare a puzzare in milioni di tonalità agre, diverse, alcune ancora non classificate e può farlo ogni giorno. Uomini che riescono ad essere il tuo primo malessere del giorno.
Nuance innaturali che vanno dal polpo bollito al curry dolce e piccante, dalla mortadella al salamino in stagionatura fino ad arrivare al classico piscio in camicia.
È una vita difficile quella del profumo sul treno, riuscire a coprire un odore speziato è un’impresa non facile. Ancora più difficile è quella del naso, con le narici che pizzicano manco avessero degli habanero chocolate poco più sotto.
Odore di castagne al fuoco, cantavano i “cugini di campagna”, odore di frittata al forno canterei io.
Come si fa ad emettere odore di polpo bollito alle sei e dieci del mattino? Doccia mancata? Pigrizia da sapone? Shampoo troppo caro? Uomo che aspetta altro uomo nella doccia con fare minaccioso? Vestiti usati per coprire le pozzanghere al fine di far attraversare graziose ragazze? E l’alito? Cazzo hanno fatto alla bocca? Non c’è stato il ritiro dell’umido?
Non lo so.
Fatto sta però che iniziare la giornata con i conati di vomito non è proprio il massimo.
E sta arrivando la primavera e già sento il fresco profumo di natura animale.
“Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione” diceva Josè Saramago, sottintendendo, a mio avviso, che il ricordo più vivido che ne resta, probabilmente, è l’olezzo.
Sta arrivando la primavera, e già sento il fresco profumo di natura, sì, ma da animale in libertà.
Odore di castagne al fuoco…. che ricordi… 🙂
Lo sapevo avresti apprezzato ahahaha