l’11 giugno si vota anche ad Isnello. Io sto con Marcello Catanzaro
Cos’è, cos’è
Questa vita fatta ad esse
Tu giri col calesse
Ed io non c’è l’ho
Cos’è, cos’è
Questo padre che comanda
Mi vuole alla filanda
Ma non insieme a te
Cos’è, cos’è
Questa grande differenza
Se non facevi senza
Di questi occhi miei
Perché, perché
Nella mente del padrone
Ha il cuore di cotone
La gente come me (La Filanda – Milva)
L’undici giugno la Sicilia è chiamata al voto, ne parlo da un mesetto su Balarm, raccontandovi i fatti di casa nostra (Palermo). Tra le cose, è doveroso dirvi che esiste ancora una provincia, anche se nessuno ve lo racconterà mai (cit.). Tra i comuni al voto infatti c’è anche Isnello, paese delle Madonie da 1500 residenti, 42 volpi, 73 pecore, 50 vacche, 2 tori, 1 pappagallo, 1 Parco Astronomico, 2 candidati Sindaco ed imprecisati cinghiali.
Nella valle, cinquecentometri dal livello del mare, si sfidano Marcello Catanzaro, avvocato, 36 anni, amico mio e Maria Grisanti, pensionata della Regione Siciliana che non ho mai incontrato.
Ora il fatto potrebbe sembrare irrilevante, in effetti lo è, però Marcello è vero amico mio e lo sostengo affettuosamente. Dunque questo è un mezzo endorsement per la sua candidatura, di quelli sinceri, non a pagamento, neppure sponsorizzato di quelli che ci metti cinque euri nella postepay e ti senti su postalmarket.
E’ infatti con questo spirito che seguo informalmente i progressi verso la poltrona di primo cittadino della città che diede i natali a mio padre, a mio nonno, un altro paio di parenti ma anche ad uno dei quattro Sindaci di New York d’origine italiana, Vincent Impellitteri.
E di Sindaco in Sindaco, voglio raccontarvi perché quella di Marcello è una candidatura che poi così irrilevante non è.
Le Madonie ed in particolare Isnello, stanno vivendo un trentennio buio e scappare, è l’unica forma di resilienza alla vita rimasta. Un duro “nonsense”, persino da scrivere.
Ci troviamo in un territorio fantastico, dove natura e progresso possono coesistere sotto forma di turismo, di economia, di qualità della vita, da far invidia a qualsiasi paradiso montano d’Europa.
Eppure nessuno, in questi decenni, sembra essersi posto le domande e men che meno trovato le risposte, per invertire una tendenza che ha visto svuotare le case, impoverire le attività commerciali e intristire persino i clown della domenica pomeriggio. Uno scenario di quelli che Sergio Leone ci avrebbe messo due pistole, due occhi azzurri ed un mozzicone di sigaretta pendolante da una bocca pelosa ed è subito cinema.
Quando Marcello mi comunicò la possibilità di potersi impegnare in prima persona, dunque, esultai come ad un gol di Roberto Baggio ai mondiali del ’94. Anche perché la nostra Nigeria si chiama Sicilia ed i supplementari ormai sono scaduti da un po’.
Vi spiego anche perché.
Intanto la motivazione. Finalmente ci sono delle persone, impegnate e quasi tutte al di sotto dei quarant’anni, pronte a mettersi in gioco per la propria comunità. Potrà sembrare banale, ma ad Isnello non v’è un ricambio generazionale da che il Papa Giovanni Paolo II era stato appena eletto, l’Italia vinceva i mondiali dell’82, Pertini era Presidente e in Sicilia coppola e lupara erano uno stereotipo all’avanguardia.
Attorno a Marcello infatti si muove una possibile nuova classe dirigente di cui Isnello avrebbe veramente bisogno. Toccherà a loro, mi auguro, ricostruire quel sentimento di comunità che si è perso come una nuvola tra le stelle di una notte di San Lorenzo.
Le premesse ci sono e si può riuscire solo se la squadra funziona. Ecco perché è importante che “PartecipazionEImpegno”, evocativo nome del gruppo politico legato a Catanzaro, tra le imprese, abbia quella di non disperdere la forza del collettivo che in questi mesi ha saputo dimostrare.
L’uomo solo al comando, l’uomo che si addossa tutte le responsabilità lo abbiamo vissuto. Ce ne siamo lamentati tutti ed è anche ora di finirla.
E qui, pare, che la storia non si ripeterà. In “PartecipazionEImpegno” ci sono professionalità, storie e diversità, persone che si propongono per dare valore alla propria presenza.
I programmi, quei maledetti programmi.
Da anni si parla soltanto di “Parco Astronomico” e “Parco delle Madonie”, come se tutto il resto non fosse funzionale alla vita della comunità. Un po’ come parlare dello sviluppo di una società romana, senza mai citare acquedotti e strade.
La novità è che si stanno incontrando le persone, i giovani, gli anziani, i commercianti, insomma la popolazione. Non si può infatti prescindere da questo per avviare un percorso ragionato sui programmi.
Da Marcello, dai suoi, mi aspetto soprattutto innovazione, intuito nelle scelte derivate, una rivoluzione impattante per tutte le categorie sociali, che passi dal percorso già avviato e che non si dimentichi la strada. Perché Isnello non è soltanto una cartolina da raccontare per l’investimento legato al “Gal Hassin”, importante, per carità, ma c’è di più. E’ storia, tradizione, cultura. Isnello è una casa che aspetta residenti, investimenti e una bella ristrutturazione slegata dall’invasione del cemento.
Questa, dunque, sia un’occasione decisiva per avviare un trattore rimasto nel capannone per troppo tempo. Lo meritano gli Isnellesi, lo merita Isnello.
Ecco perché l’11 giugno, prima di andare al mare, in campagna o sdraiarvi sulla panchina, sarà importante passare il tempo necessario tra le pareti della vostra sezione elettorale.
Forza Marcello, forza “carusi”.
Sarebbe ora che qualcuno portasse il cambiamento in un paese dove ci sono più gatti randagi che persone, piu posti occupati al cimtero che nelle case, insomma, battute a parte, noi figli di genitori Isnellesi, o come usano chiamarci da quelle parti ( i furisteri ), ci rattrista vedere quel paese dove trascorrevamo felici e spensierati le nostre vacanze estive, un paese bello tanto quanto ” Castelbuono”, tanto per citarne uno, che ogni anno diventa sempre più deserto, negozi storici chiusi e bar in decadenza, per cui forza Isnellesi votate il cambiamento.