Che Fabrizio Ferrandelli fosse un fenomeno assoluto, anzi “strategico”, è sotto gli occhi di tutti. Da almeno un decennio. Se fosse un accessorio, sarebbe un cuscino da stadio. Magari rosanero. Ma anche rossoblù. Così i tifosi del Catania non ci restano male.
La cosa che mi sorprende è che riesce a farsi invitare a cena anche quando recita la parte della biondina dei Ricchi e Poveri alla rimpatriata (cit.).
Lo ritenevo impossibile fino pochi giorni fa ed invece niente, c’è l’ha fatta.
Fabrizio è così, un po’ come le autostoppiste degli anni ’70: si sposta da un posto all’altro mostrando la coscia. Quella buona.
Le cronache di oggi infatti, raccontano che (6 settembre per chi leggerà da domani in poi), dopo un colloquio con Matteo Renzi, durato più o meno un’ora e mezza, u tiempu r’un cafè, si è deciso di chiudere un’alleanza strategica col Partito Democratico, Leoluca Orlando e Fabrizio Micari per le regionali di novembre.
E pensare che un tempo queste operazioni le chiamavamo questioni di poltrone. Adesso invece, le raccontiamo come alleanze strategiche.
Voulez vous
voulez vous
voulez vous danser?
Che vuol dire ti va di ballar con me*
Insomma dopo un quinquennio di veleni, due candidature contro Leoluca Orlando, le dimissioni al vetriolo anti Crocetta, ulteriore nuovo “amico” di coalizione, dopo aver perso un terzo degli “amici”, due gatti, un criceto, l’ostia della prima comunione, la sedia con tutte le gomme da masticare, la tradizionale punta del cono (cit.), il giovane #coraggioso è riuscito nell’impresa di compiere il giro dell’arco istituzionale in 80 competizioni. Un racconto epico, ritenuto fino ad oggi, al limite della leggenda. Inaccessibile, inarrivabile.
Ma Ferrandelli è per le missioni impossibili; lo raccontano la pettinatura alla Tom Cruise e l’impeccabile vestito elegante. Lo raccontano persino le anziane sull’autobus: “una volta ho conosciuto uno che è passato dagli umanisti, dai verdi, dai comunisti, dai socialisti, dai democratici, dai centristi, dai forzisti per finire ancora coi democratici, mancano solo i cabarettisti, ma quelli non l’hanno voluto. Almeno per il momento”.
Chichichi cococo
Curucuru curucurucu quaqua
Chichichi cococo
Curucuru curucurucu quaqua**
Come cantava Enrico Beruschi nell’85, “per fare il Dongiovanni ci vuole un bel violino, per fare un bel violino ci vuole un Dongiovanni, per diventare neri bisogna andare al mare, ma state attenti all’onda che spesso va su e giù”***
E con Fabrizio non si rischia certo di restare senza violino e senza partito. Lo sanno tutti. D’altronde per essere bello è bello, come diceva bene anche la Bouchet.
Se tu fossi, se tu fossi bello (Bello)
Se tu fossi, se tu fossi bello (Bello)
Mi innamorerei di te,
Di quel certo non so che
Col tuo viso che somiglia un po’ a Miguel Bosè
Mi puoi fare da Playboy
Che mi fa impazzire e poi
Mi fa fare tutto quello che tu vuoi****
Insomma, l’ammucchiata va via via delineandosi e il bell’impavido non poteva sottrarsi. ‘U coraggio avissi a ghiri a centumalalè ‘o chilu! Adesso non vorrei essere tedioso con le citazioni: ma cosa resterà di questi anni 2000? Boh.
“Mi fa fare tutto quello che tu vuoi”. Ripetiamolo in loop. Fino alle prossime elezioni.
Bravi! Bravi tutti!
Aggiornamento 7 settembre
In una intervista rilasciata a Livesicilia, Ferrandelli ha dichiarato che non concorrerà per un posto da deputato di questa legislatura.
Note:
* Tratto da “Voulez-vous danser” un brano dei Ricchi e Poveri.
** Tratto da “Chi chi chi co co co” un brano di Pippo Franco.
*** Tratto da “Mira l’onda del mar” un brano di Enrico Beruschi.
**** Tratto da “Se tu fossi bello” un brano di Barbara Bouchet.
… un po’ come le autostoppiste degli anni ’70: si sposta da un posto all’altro mostrando la coscia. Quella buona. 🙂 🙂
https://www.youtube.com/watch?v=wbMog6QVnZY