L’uso della querela come pistola a salve. La nuova arma dei potenti. Solidarietà a Giacomo Di Girolamo
Ho letto con enorme stupore che l’intera “comunità di Marsala” si sarebbe rivolta ad un tribunale per tutelarsi da azioni lesive all’immagine dell’amministrazione dovute all’attività di informazione che un direttore “rompicoglioni” in questi anni avrebbe portato avanti.
Ho letto con amarezza che quel direttore è una giornalista che da tanti anni si espone, anima e corpo, per una giusta causa; l’amore per la sua professione e la dignità con cui la porta avanti.
Ma lo conosco quel direttore: è Giacomo Di Girolamo.
Per questo mi rendo conto di quanto sia assolutamente assurdo sparargli un colpo di querela. Di una cosa sono certo: la qualità delle informazioni che ha sempre pubblicato è figlia dell’onesto lavoro di un professionista serio ed informato sui fatti. Per carità, c’è anche la possibilità che si possa sbagliare, è un essere umano come tutti gli altri. Però è garantita l’assoluta buonafede e l’onestà intellettuale.
Ed è forse l’onestà intellettuale a far paura alla classe dirigente, il fastidio che qualcuno possa agire in assoluta libertà. E’ il diniego dell’intelletto altrui che si materializza e diventa problema da arginare a prescindere dalla bontà del lavoro portato avanti.
Ormai ci siamo abituati. E’ accertato che arrivino più querele che lettere anonime. I blogger ed i giornalisti sono oggetto di continue pressioni. L’obiettivo è sempre lo stesso: alterare o limitare il raggio d’azione a tutti i costi. Alla fine perdere qualche soldo in una disputa legale senza senso non ha prezzo.
L’ abbiamo visto con Sergio Nazzaro che per anni è stato bersaglio di minacce in carta bollata che poi si sono concluse con 3mila euro di risarcimento per le spese legali. Nessuno lo ha però risarcito dello stress da schizofrenico della parola.
Nello specifico della querela risulta intollerabile anche la sola idea che una “amministrazione intera” voglia negare ad un giornale, ad un giornalista, il diritto di fare delle domande e di informare delle risposte i propri lettori. Assolutamente sproporzionato pensare di voler porre limiti, in nome di una “salvaguardia d’immagine”, che ad onor del vero, storicamente, non è mai stata lesa dagli articoli di un giornale, ma dalla cattiva opera dei propri amministratori.
Cari amministratori dunque, passatevi una mano sulla carta bollata e rifletteteci bene prima di adire azioni legali. Fatevene una ragione, è di un diritto previsto dalla nostra costituzione che, a prescindere dall’antipatia personale, si avvale di un valore senza prezzo: la capacità di esprimersi con la propria coscienza.
Ciao Giacomo, fascioemartello.it è con te.