Palermo e l’ “ingestibile” prostituzione per strada, ci fanno tornare indietro di mezzo secolo
Agli inizi del 2000, Leoluca Orlando non è più Sindaco ma, con la riqualificazione del foro italico, riusciva finalmente a stoppare il fenomeno “incontrollabile” della prostituzione lungo il mare di città. Il nuovo millennio, dunque, sembrava aver aperto un nuovo corso sul controllo del “mercato” più antico del mondo.
Qualche mese dopo, sullo scranno più alto di città, arrivava Diego Cammarata, che proseguiva l’opera, grazie anche alla spinta data dalla nascita di comitati di cittadini, ripulendo dal sesso a pagamento tutte le zone limitrofe alla via Roma. Insomma, l’ingresso a Palermo, le zone interessate sono porto e stazione centrale, appariva finalmente dignitoso di una capitale degli anni 2000.
Oggi invece tutto questo sembra essere soltanto un ricordo per “amatori”, scusate il gioco di parole. Avrete notato tutti quanto indietro si è tornati lungo i percorsi che vennero riqualificati poco meno di dieci anni fa.
Anzi, lo squadrone del sesso occasionale, come in una partita a Risiko, è avanzato alla conquista di nuovi territori con esisti, per loro, “soddisfacenti”. Scusate ancora il gioco “amorevole” di parole.
Da un annetto infatti, chiunque sia passato da via Francesco Crispi, lungo le cancellate del porto e nei pressi del carcere, si sarà accorto dei marciapiedi occupati da giovani donne, probabilmente dell’est europeo, che offrono in bella mostra il proprio corpo.
Era da oltre 30 anni, confermano gli abitanti storici del quartiere, che da quelle parti non si assisteva al continuo via vai di auto in attesa di un preventivo “orale” (non resisto alla tentazione) tutto “cosce e tette”. E’ dunque facile constatare che la zona, tra l’indignazione e l’indifferenza, sia tornata ad essere una via trafficata del sesso.
E sempre da un trentennio, primo avvistamento questo giovedì, che non si vedevano prostitute sotto le falde di Montepellegrino, praticamente dai tempi della “tri mutura”. A tutti gli effetti una profanazione del “sacro” percorso dell’”acchianata” che porta i fedeli alla Santuzza di Palermo (Santa Rosalia patrona).
Insomma, appare evidente che le “repressioni” degli anni duemila siano già un lontano di ricordo, con una Palermo tornata ad essere medioevo di se stessa.
Scritto per fascioemartello.it il 2 febbraio 2010