Fin dalla comparsa dell’uomo, prevedere il futuro è stato al centro del più grande mistero da indagare per l’intera umanità. Se ne sono occupati tutti; dai Maya, alle civiltà Egizie fino ad arrivare oggi al candidato dell’ammucchiata e Rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari.
Interessarsi dei giovani e del loro futuro è un bell’intento, non ho che dire su questo. Rende onore a qualsiasi politico di qualsiasi schieramento, persino uno che non voterei.
Il problema resta invece sui contenuti. L’uso di concetti triti e ritriti come Next, un inglesismo per una candidatura che si immagina di accattivare la sicilia ed i siciliani, e, non si capisce perché, rivolta in particolare ai giovani, che a loro dire, vedrebbero in una parola Inglese, lo stesso fascino che suscitavano specchietti e perline sui colonizzati.
Una Sicilia a cui si prova a rendere onore colorando di giallo e rosso due strisce all’interno di un logo, che onestamente, non rappresenta nessuno: né i giovani, né i Siciliani. Un’identità grafica stantia e con un concetto antico già ai tempi dei fenici.
Ecco, ci potevate mettere una bella nave! Quella sì che avrebbe rappresentato la situazione attuale dei siciliani: la fuga da questa regione. E non la migrazione per migliorarsi auspicata e venduta ai quattro venti da Leoluca Orlando.
Dalla Sicilia si scappa. E non solo perché non c’è il lavoro. Non ci sono concetti. Si vende frittura di aria come se fosse prelibatezza di prima scelta. E la puzza di frittura da questa parte del fronte ha saturato l’aria. Fino a farci mancare il respiro. Fino a farci mancare la volontà.
Dal Rettore della prestigiosa Università di Palermo, sinceramente, mi sarei aspettato un passo in più, un impegno concettuale tale da coinvolgere, coinvolgermi, piuttosto che farmi pensare: la solita minchiata.
Perché se è vero che Alfano non lo sosterrei mai, è pur vero che abbiamo bisogno di un progetto a cui “affezionarci”. Non due parole su “chi non vuole restare solo a guardare” chiamandolo a raccolta, differenziata, solo per i giovani, ma anche i non giovani (un si ecca nienti, eh! ), dentro ad un “contenitore politico”, l’ennesimo (qui alcune dichiarazioni).
Perché di contenitori siamo pieni. Mancano sempre e soltanto i contenuti.
Argomenti che un Rettore, seppur alla sua prima uscita da candidato, avrebbe dovuto proporre, visto che ci si rivolge ad una fascia di persone che non vive di soli social network, per citarlo, ma anche di social network, proprio a partire dall’immagine proposta con il suo stemma.
“Next” e “nuova generazione”, non parlano a nessuno, neppure agli Inglesi in vacanza in cerca di una direzione o ai vecchi nostalgici del futurismo! E quel cerotto coi colori della nostra regione, sinceramente, è assai indicativo del progetto che si vuole rappresentare: una toppa.