I miracoli di Renzi, la conversione dei democratici, i camaleonti del potere e le regole delle primarie
Questa mattina ho commentato qui l’infausto ruolo dei media in merito alla questione renziana. Ora, giusto per distinguermi, vorrei approfondire l’argomento, certificando, con un po’ di satira, quanto il giovane toscano con i suoi “miracoli” stia effettivamente sconvolgendo il sistema Pd.
Non a caso infatti, i camaleonti democratici, che non sono un gruppo rock anni ’60, ma quelli si appartavano fin dalla notte dei tempi tra le frasche della quercia e tra i petali della margherita, a poco a poco, si siano convinti di questo nuovo miracolo italiano. Nel partito è ormai opinione diffusa che l’unica ricetta per risollevarsi, passi appunto dall’unzione renziana. Persino D’Alema, commettendo a mio avviso un errore fatale, pare stia cominciando ad allattarlo dal suo famoso terzo capezzolo.
La chiesa romana, sempre sul pezzo, ha già avviato la verifica dei tre miracoli e lanciato una raccolta fondi per acquistare l’ospedale dove il “divin” politico nacque. 18 circoli della maremma si contendono da mesi il possedimento nonché l’unicità del sacro cordone ombelicale.
I Re Magi, Gaspare, Zuzzurro e Marchionne, già lo scorso natale dovettero modificare le coordinate gps della stella cometa, ora assestatasi tra le stradine del ghetto al mercato vecchio di Firenze.
In Sicilia il fenomeno Renzi ha fatto più conversioni che il periodo arabo. Nelle ultime settimane, in vista di una possibile ascesa al potere, anche i nemici giurati, hanno tirato fuori le foto abbracciate al sommo. Alcuni persino quelle coi “calzoni corti”.
Tra questi, il più accreditato è Davide Faraone che, in qualità di amico di vecchia data, si è preso la briga di posare la prima pietra sui lavori del gran mausoleo renziano e può avvalersi di nuove e possenti braccia della seconda ora come quelle di Ferrandelli, Orlando e Terminelli (tutti avversari alle scorse elezioni comunali e tutti pretendenti alla poltrona di Sindaco).
E proprio mentre una parte del partito si “appecorona” dolcemente per consegnargli le chiavi, corre voce che siano già in discussione le nuove regole per le primarie.
E’ già noto che, per essere un nuovo aspirante elettore, dovrai essere stato un votante del Pd, nonché essere presente negli elenchi delle scorse primarie. Unanime il coro: “il nostro è un partito aperto, nessuno però può immischiarsi negli affari che non lo riguardano”.
Severo ma giusto.
Il vero elettore democratico dovrà dimostrare d’aver votato tra le 7:00 e le 9:00 del mattino, anche se, la corrente “bindiana”, spinge per restringere il tutto alle sole ore 8:00.
Il democratico ama pescare.
Cuperlo esige la regola delle vocali nel cognome: per votare sarà necessario averne almeno tre differenti ed una dovrà essere necessariamente la “u”.
Prima di tutto la specie.
Si dovrà ottenere una certificazione sui due euro di contributo “volontario”; l’obolo dovrà essere pagato in monete da 1 e 2 centesimi, già contate ed avvolte in una foglia di alloro con apposto sigillo di idoneità democratica. Qualcuno avanza ipotesi di una nuova moneta da primarie chiamata “Veltrone d’oro”.
Pecunia non olet.
Dall’area Adinolfi, quando è respirabile, si richiede l’installazione di tornelli all’ingresso dei gazebo. Inoltre, grazie ad un sistema di guardie giurate, che si verifichino le tasche degli elettori; non ci dovranno essere più di due euro. In caso contrario, la corrente perdente potrà presentare ricorso attraverso il modulo “elezioni inquinate” sezioni S, U, C ed A.
Ignorantia legis non excusat.
Per finire, in tutto questo marasma di novità, c’è già chi festeggia: i responsabili del merchandising democratico. La camicia bianca coi risvolti sulle maniche, da quando è stata messa in vendita, cioè 2010, ha ottenuto un’impennata di richieste superiore alla maglia di Moscardelli.
‘U Signure cciu’ paga.
Scritto per fascioemartello.it il 3 settembre 2013